Che la tanto agognata riforma del catasto fosse uno dei punti su cui il centrodestra si è speso maggiormente negli ultimi anni, è cosa risaputa. Ora che sono al governo, gli esponenti della maggioranza l’hanno scritta e vidimata, anche se l’iter di approvazione in Aula stenta a decollare, tra rinvii e tempi lunghi. Se non vi saranno nuovi rallentamenti, dal 1°gennaio 2024 sarà in vigore.
Cosa cambia nel concreto per gli italiani con la riforma del catasto? Le normativa redatta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia prevede una complessiva rivalutazione del parco immobiliare italiano, affiancata dall’introduzione di nuovi strumenti che serviranno ai singoli comuni e all’Agenzia delle entrate individuare il corretto classamento degli edifici.
Riforma del catasto, cosa cambia? Tutte le novità introdotte dal governo
In sostanza, i tecnici dei Ministeri hanno scelto di utilizzare nuovi elementi per individuare il valore esatto di una casa o di un appartamento al momento attuale. Il tutto, con l’obiettivo di semplificare il sistema di tassazione per ogni singolo cittadino, eliminare i cosiddetti “micro-tributi” e stringere la cinghia sul versante della lotta all’abusivismo.
Come intende procedere l’esecutivo? Innanzitutto, attribuendo a ciascuna unità immobiliare un valore patrimoniale prestabilito (calcolato in base a diversi parametri specifici) e anche una rendita che sia in linea con le cifre di mercato. Inoltre, è previsto un adeguamento periodico di questi dati, che dovranno essere monitorati con molta più assiduità e frequenza rispetto a quanto successo negli ultimi anni.
Quale sarà l’impatto della riforma del catasto sulle tasse?
Per il resto, stabilire ora l’impatto che la riforma del catasto avrà sulle tasche dei contribuenti è davvero complicato. In gioco infatti non ci sono solo gli aspetti elencati, ma anche le istanze provenienti dagli enti locali, in particolare dai comuni. Se viene data per certa la rimodulazione dell’IMU e delle altre imposte catastali, più difficile è capire quale sarà lo scenario nei diversi municipi d’Italia.
Ad esempio – per una media nazionale che vedrà salire il valore delle rendite catastali di circa il 128% – avremo situazioni diverse da Milano (dove aumenteranno del 123%) a Roma (con il +183%). Di conseguenza, anche le tasse intestate ai proprietari saliranno in proporzione alla percentuale di crescita del valore dell’edificio.