Riforma del catasto: quando e in cosa consiste,
novità immobili
«La riforma del catasto inserita nel DEF cosa prevede nuova classificazione immobili
destinazione d’uso e aggiornamento del calcolo rendite catastali?»
La Riforma del catasto, sarebbe dovuta essere uno dei punti fondamentali del Def 2017, ossia, del Documento di Economia e Finanza, che l’ex Governo Gentiloni doveva rimettere a Bruxelles.
Dopo due anni dal dietrofront del governo Renzi alla riforma catastale, la riforma è stata accantonata nuovamente.
Al fine di garantire una maggiore trasparenza e crescita grazie ad un Fisco più semplice e con meno burocrazia, a centro della nuova riforma del catasto, ci sarebbe dovuto essere un nuovo calcolo della rendita catastale degli immobili in base ai metri quadrati e non ai vani e all’effettivo valore commerciale ma arrivati al 2019, nulla è stato fatto in merito.
Riforma del catasto: in cosa consiste?
La Riforma del Catasto consiste in una revisione delle rendite catastali dei fabbricati ubicati su tutto il territorio nazionale attraverso un nuovo sistema di calcolo per l’attribuzione delle rendite catastali non più espresso sul numero dei vani ma sui metri quadrati dell’immobile, oltre, alla possibilità di confrontare i dati e determinare un valore di mercato medio a ciascun fabbricato sulla base di calcoli matematici e funzioni statistiche.
- la riforma del catasto, inoltre, dovrebbe portare all’introduzione di una nuova classificazione per la destinazione d’uso immobile, attraverso la distinzione tra ordinaria e speciale considerando sia le diverse utilizzazioni dell’immobile che delle condizioni economiche e sociali.
- Ridefinizione dei meccanismi per il riconoscimento degli immobili di valore storico e artistico, tenendo conto dei costi più alti per la manutenzione e la conservazione di questi immobili particolari e la loro destinazione d’uso e
- In questo ambito di revisione del Catasto ci sarà anche il nuovo ruolo dei Comuni che avranno l’importante compito di controllare e verificare che i cd. immobili fantasma vengano censiti e quindi assoggettati alla regolare tassazione sugli immobili. In questo arduo compito i Comuni saranno aiutati dagli strumenti elettronici dell’Agenzia delle Entrate in modo da facilitare l’individuazione dei fabbricati non censiti e la corretta classificazione di quelli già iscritti al Catasto, compresi i terreni agricoli.
Riforma catasto: cosa cambierebbe per gli immobili?
Cosa cambia per gli immobili con la Riforma del catasto? Visto che la riforma ha come obiettivo quello di rendere equo il sistema di attribuzione delle rendite catastali, considerando sia il valore di mercato dell’immobile che la superficie dei suddetti espressa in non più sul numero dei vani ma più realisticamente sui metri quadrati, qualora approvata, ci saranno molti cambiamenti per i proprietari e gli immobili stessi.
E’ bene però ricordare che riguardo l’aggiornamento delle rendite catastali su valori più reali, è un processo che è già stato attivato per molti Comuni tra cui Roma, dove l’Agenzia delle Entrate ha inviato ai proprietari delle lettere con la nuova rendita che si è tradotta nella maggior parte dei casi in un aumento esponenziale della rendita catastale sulla base dei metri quadrati e dell’ubicazione in quartieri considerati, oggi, di prestigio e non più popolari come erano in passato.
Cosa cambia per gli immobili e proprietari la riforma del catasto?
La riforma del catasto quando entrerà in vigore, avrà come fine ultimo di garantire una maggiore equità nella valutazione degli immobili e di mantenere e in un certo qual modo di aumentare il gettito derivante dall’applicazione delle singole imposte come la IUC con TARI e TASI e le relative aliquote, o quelle sulle vendite, detrazioni prima casa e sugli affitti e franchigie sugli immobili fissate dal nuovo ISEE.
Riforma del catasto: quando?
La Riforma del catasto nel Def 2017, è una delle più importanti novità fiscali che il governo Gentiloni potrebbe attuare in questa prima metà del 2017.
Tale riforma catastale, era già stata prevista dalla delega fiscale approvata nel 2012 e poi lasciata decadere dall’allora Premier Renzi, perché rischiava di far lievitare enormemente la tassazione sugli immobili.
Al posto della riforma, Renzi, optò per l’abolizione dell’IMQ.
Ora, invece, il presidente dem della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino, insieme a Salvatore Sciascia di Forza Italia, ha franato un disegno di legge che riprende l’articolo 2 della delega fiscale, riguardante la riforma del catasto, e che sarà inserito nel Piano nazionale delle riforme allegato al Documento di economia e finanza che l’esecutivo Gentiloni approverà entro il io aprile.
Ricordiamo a tale proposito che il Governo Renzi e il neo ministro dell’Economia Carlo Padaon, avevano spinto molto affinché la revisione del catasto, venisse attuata nel più breve tempo possibile, in modo da garantire una maggiore equità tra gli immobili.
Una maggiore equità che sarebbe dovuta passare attraverso l’attribuzione di nuove rendite catastali reali a più di fio milioni di immobili di cui 33 milioni di case di abitazione iscritte nel catasto, oltre alla possibilità di confrontare i dati degli immobili e di assegnare loro un valore di mercato medio espresso in metri quadrati e determinato attraverso calcoli matematici e funzioni statistiche.
Continua anche la digitalizzazione degli atti del Catasto con la nuova visura catastale online.