12 passi per essere in regola col catasto.
Un buon proposito per il 2011 potrebbe essere quello di mettersi in regola col catasto. Se siete proprietari di una casa, infatti, e i dati catastali non sono aggiornati, magari in seguito a delle modifiche che avete fatto, non potrete né vendere né affittare. Si calcola che 3 milioni di proprietari dovranno mettere mano alle carte e al portafoglio, perché per la revisione delle mappe bisogna rivolgersi ad un professionista. Il rischio nel non farlo? di fronte ad un notaio gli atti di vendita saranno annullati. E anche affittare diventa impossibile
Essere in possesso di un immobile che non è catastalmente in regola, vuol dire, infatti, possedere un bene che non potrà mai più essere messo sul mercato, a meno di non mettersi in regola
Ecco tutto ciò che c’è da sapere sugli aggiornamenti delle mappe catastali
1. Dal 1º luglio 2010 l’articolo 19 del dl 78/2020 stabilisce che i contratti di compravendita e di locazione di immobili urbani dovranno contenere, pena la nullità, tre dati essenziali: dati catastali, riferimento alle planimetrie depositate in catasto, una dichiarazione con cui gli intestatari affermano che la situazione reale dell’immobile è conforme a quanto risulta da dati catastali e planimetrie. In più il notaio dovrà controllare che gli intestatari catastali siano identici a quelli che compaiono nei registri immobiliari
2. Chi deve modificare i dati catastali? deve aggiornare i dati chi ha fatto delle variazioni alla casa che comportano una nuova rendita catastale, come la costruzione di una mansarda o la chiusura di un balcone. Naturalmente deve farlo anche chi una piantina registrata al catasto non l’ha mai avuta (come nel caso di vecchie case). Gli interventi per cui è necessario modificare le mappe catastali sono, in generale, quelli che alterano la composizione dell’immobile, come ampliamenti, sopraelevazioni, parziali demolizioni
3. Chi non deve modificare i dati catastali? chi ha spostato solamente una porta o un tramezzo, senza alterare il numero e la funzionalità dei vani. Sono escluse pertanto le modifiche interne che non alterano la destinazione d’uso e i valori catastali
4. Chi ha presentato la dia a suo tempo e ha semplicemente dimenticato di richiedere la variazione catastale, potrà mettersi in regola pagando circa 700 euro. Occorre per questo rivolgersi ad un tecnico e richiedere la messa a punto della nuova planimetria dell’alloggio e la presentazione della variazione. Costo del lavoro del tecnico tra i 500 e i 600 euro, ai quali vanno aggiunte le tasse e le sanzioni: 50 euro per la variazione e 103 euro di multa per la presentazione in ritardo
5. Se invece, gli interventi sono stati effettuati senza richiedere il permesso del comune, è possibile mettersi in regola, a patto che, però, non si tratti di veri e propri abusi edilizi, ossia di opere per le quali sarebbe stata necessaria la licenza edilizia e non la semplice dia. Il responsabile dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della sua realizzazione sia al momento della presentazione della domanda
6. Mettersi in regola è possibile anche questo caso, ma ad un prezzo più caro, oltre che per il tecnico, l’articolo 16 della legge prevede che per il rilascio del permesso in sanatoria occorra pagare, a titolo di oblazione, il doppio del contributo di costruzione dovuto. Il contributo è fissato dai singoli comuni: a Roma, ad esempio, attualmente la somma richiesta per la sanatoria si aggira sui 1.000 euro
7. La manovra riguarda anche i contratti d’affitto, la cui registrazione – dal 1º luglio – dovrà tenere conto anche dei dati catastali. Senza i tre dati essenziali del punto uno non si potrà registrare un contratto di locazione. Chi manchi o sbagli le indicazioni dei suddetti dati sarà punito con le stesse sanzioni previste per chi non registra i contratti di locazione, visto che tali mancanze sono ritenute “fatti rilevanti” ai fini dell’applicazione dell’imposta di registro
8. Alcuni acquirenti si sono trovati di fronte alla proposta, da parte del venditore, di dividere le spese dell’adeguamento. È legittimo? assolutamente no. L’adeguamento e le relative spese sono a carico di chi ha eseguito i lavori e perciò spettano esclusivamente al venditore. Allo stesso modo spettano solo a lui le eventuali grane, perché non tutte le modifiche effettuate sono aggiornabili: alcune, infatti, possono essere giudicate abusi edilizi. Nel caso di una mansarda nel sottotetto, per esempio, il proprietario dovrà esibire anche il certificato di abitabilità. E lì cadono in molti, con la solita frase “non c’è nessun problema”. Se non ha il certificato, il problema c’è, eccome
9. Quanto costa?
Dipende dalle dimensioni. Per un appartamento medio di 100 mq bisogna calcolare 1.500 euro
10. Quanto tempo ci vuole? due sono i casi. Se gli interventi non hanno bisogno di essere sanati la procedura sarà rapida, quindici giorni circa. Chi ha invece fatto degli ampliamenti importanti dovrà far intervenire il comune e lì bisognerà aprire una procedura di sanatoria
11. Nel caso dei negozi vanno modificate le mappe se sono stati trasformati in modo da aumentare l’iniziale superficie del locale, come la realizzazione di soppalchi o servizi igienici
12. A chi ci si rivolge? la cosa migliore è contattare le associazioni di categoria, architetti, geometri e ingnegneri. Secondo questi professionisti l’aggiornamento catastale è un atto di civiltà, perché spesso molte modifiche possono compromettere la stabilità e la sicurezza delle case
Un capitolo a parte è quello invece delle case fantasma, quegli immobili cioè mai censiti, ma che sono stati individuati dall’agenzia del territorio e che dovevano essere regolarizzati obbligatoriamenteentro il primo gennaio 2011. Ma all’ultimo momento, con il decreto milleproroghe, il governo ha rinviato tutto al 28 febbraio 2011 (vedi notizia)